2021 – Sovana (GR)

SOVANA
frazione di Sorano (GR) settembre 2021
Sovana è una frazione del comune italiano di Sorano, nella provincia di Grosseto, in Toscana. Dista circa 75 km da Grosseto e poco meno di 9 km dal capoluogo comunale. È conosciuta come importante centro etrusco, borgo medievale e rinascimentale, nonché sede episcopale.
Il centro sorge nel Pianetto di Sovana, piccolo fondovalle che si sviluppa tra le colline dell’Albegna e del Fiora, a quote comprese tra i 200 e i 300 metri s.l.m., nel cuore dell’area del Tufo sulla riva sinistra del fiume Fiora. Il territorio è interessato dalla presenza di numerosi corsi d’acqua a regime torrentizio (Calesine, Folonia, Picciolana, Valle Bona), che vanno poi a confluire nel Fiora poco a sud-ovest dell’abitato.
Suana era un centro etrusco, che dalla conquista di Vulci in poi (280 a.C.) subì un graduale processo di romanizzazione, culminato con la creazione del municipio con la concessione della cittadinanza romana agli italici.
Nel V secolo è già documentata come sede vescovile. L’attuale centro storico si sviluppò nel corso del Medioevo nelle vicinanze della preesistente necropoli etrusca, sotto il controllo della famiglia Aldobrandeschi, che vi fece edificare un castello intorno all’anno mille. In epoca medievale divenne anche libero comune e diede i natali a Ildebrando di Sovana, divenuto in seguito papa Gregorio VII;[3] fu anche capitale dell’omonima contea. Alla fine del XIII secolo venne ereditata dagli Orsini seguendo il medesimo destino di Sorano e Pitigliano fino al XV secolo, epoca in cui il centro venne conquistato dai senesi. A metà del XVI secolo la definitiva caduta della Repubblica di Siena portò Sovana nelle mani dei Medici, che la inglobarono nel Granducato di Toscana. I Medici cercarono di ripopolare il borgo, in stato di forte degrado dopo le epidemie di peste, con coloni provenienti dalla Grecia: il tentativo fu inutile, nel 1702 sono censite a Sovana solo ventiquattro persone. Anche sotto i Lorena, nonostante i tentativi, la situazione non migliorò. Spopolata e abbandonata, ha ritrovato nuova vita nel corso del XX secolo, grazie al ricco patrimonio archeologico che la rende una frequentata meta turistica.
Il borgo è inserito nella lista dei borghi più belli d’Italia patrocinata dall’Associazione Nazionale Comuni Italiani.  (da Wikipedia)
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