2022 – Rasiglia (PG)

RASIGLIA
Foligno (PG), settembre 2022
Rasiglia è una frazione montana del comune di Foligno (PG),  situata a 648 m s.l.m. lungo la Strada statale 319 Sellanese che conduce in alta Valnerina e lungo il fiume Menotre nell’omonima valle. Rasiglia è anche conosciuta come “Borgo dei ruscelli” o “Venezia dell’Umbria”, per via dei corsi d’acqua che attraversano il piccolo centro della frazione: grazie ad essi si sviluppò una fiorente industria tessile sin dal medioevo, che dell’acqua ne sfruttava l’energia per la movimentazione dei telai. Nonostante le ridotte dimensioni, Rasiglia è divenuta col tempo un’apprezzata meta turistica, soprattutto durante la stagione estiva, capace di attrarre ogni anno sempre più visitatori.
Il paese conserva l’aspetto tipico di borgo medievale umbro, raccogliendosi in una struttura ad anfiteatro. Le prime notizie sull’esistenza del paese risalgono agli inizi del XIII secolo, nelle cosiddette “carte di Sassovivo”, cioè l’archivio dell’Abbazia di Sassovivo.
Rasiglia era fiancheggiata dall’antica via della Spina, a circa tre chilometri, importante per i traffici commerciali tra Adriatico e Tirreno ed in particolare tra Roma e la Marca Anconetana. Nel XIV secolo anche a difesa della strada furono costruite alcune fortificazioni. Tra queste va ricordato, a Rasiglia, il castello dei Trinci (signori di Foligno), che con la sua posizione strategica permetteva il controllo della valle del Menotre.
Nella prima metà del Seicento, diminuita l’importanza militare, Rasiglia si affermò per le attività artigianali (mulini, opifici) grazie alla forza idrica proveniente dal fiume Menotre.
Durante la seconda guerra mondiale i rastrellamenti nazifascisti non risparmiarono la comunità rasigliana. Nel giugno del 1944 l’attentato a due tedeschi scatenò una rappresaglia, durante la quale tre paesani vennero deportati a Mathausen. Di essi solo uno – Colombo Olivieri – è tornato.
Dal 1945 al 1980 circa, Rasiglia ebbe il massimo sviluppo economico. Negli ultimi decenni, invece, con la chiusura delle attività industriali, gran parte degli abitanti si è spostata a Foligno. A seguito del terremoto del 1997, la popolazione ha vissuto prima all’interno dei container, poi presso il “villaggio delle sorgenti” costituito da fabbricati in legno e ubicato esternamente al nucleo urbano. (da Wikipedia)
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