Fu il segretario nazionale della CGIL Giuseppe di Vittorio a rendere omaggio ai 43 minatori che il 4 maggio del 1954 persero la vita nella tragedia di Ribolla. Nel 70° anniversario di quella strage, c’era oggi l’attuale segretario nazionale della CGIL Maurizio Landini. Dopo l’intervento del presidente della Regione Toscana Eugenio Giani, il prefetto di Grosseto Paola Berardino ha letto il messaggio inviato dal presidente della Repubblica Sergio Mattarella al sindaco di Roccastrada Francesco Limatola che subito dopo ha preso la parola. E’ stata poi la volta di Landini che nel suo intervento ha rimarcato l’importanza del lavoro, del lavoro che produce ricchezza e rende forte la democrazia di un paese. Purtroppo ancora oggi abbiamo come modello d’impresa il profitto a discapito della sicurezza e questo porta a tragedie come di recente a Firenze a ad una media di tre lavoratori al giorno che perdono la vita sul lavoro. Si muore oggi come si moriva allora. Non è cambiato nulla da quando un delegato sindacale fu licenziato proprio per aver denunciato il rischio di ciò che poi avvenne. Landini ha poi aggiunto che è necessario riprogettarlo il lavoro mettendo al centro le persone, dell’impegno della CGIL con i referendum contro la precarietà, mentre oggi si parla di intelligenza artificiale, un sistema che è progettato comunque dall’uomo e per questo è da vedere a che scopo verrà pensata. Dopo il saluto portato dal presidente del Consiglio Regionale della Toscana Antonio Mazzeo, la cerimonia si è spostata nei luoghi della strage dove sono state deposte altre due corone, una dell’amministrazione alla lapide che riporta i nomi dei minatori morti, l’altra, della Cgil proprio al Pozzo Camorra, nel punto dove si consumò la tragedia. |